Paul Picot supera la situazione Covid

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Il Blog orologi 2022 di ShopMedagliani, gioielleria Medagliani Alassio

Franco Boiocchi intervistato Milano Finanza

Dopo un 2020 con l’export svizzero a -21,8%, il gruppo presidia nuove fasce di prezzo, grazie all’etichetta entry level Levrette. «Per il marchio ammiraglio puntiamo a un riposizionamento nella fascia più alta del mercato», ha spiegato a MFF il marketing manager & stylist Franco Boiocchi

«Paul Picot ha chiuso l’anno con indici leggermente migliori della media delle esportazioni (-21,8%, secondo i dati della Federazione orologiera svizzera, ndr), nonostante siano mancati totalmente gli acquisti su alcune fasce prezzo dove potevamo avere una buona resa nelle località turistiche e nelle grandi città». Franco Boiocchi, marketing manager & stylist di Paul Picot, analizza il 2020 del marchio indipendente che ha patito l’annus horribilis dell’economia mondiale, ma ha avuto libertà nel cercare contromisure alla crisi.


Quali sono queste contromisure?
Il presidio di nuove fasce prezzo e il lancio di un nuovo marchio. Abbiamo fornito la rete vendita, solo sul mercato nazionale, consolidando la collezione Commodore nata cinque anni fa, che offre ai concessionari un prodotto entry level: è il nome di un modello del brand Levrette degli anni ’60. Levrette è un marchio di Paul Picot dagli anni ‘90 che ora abbiamo deciso di rilanciare come nuovo e che si posiziona in un range che va da meno di 400 fino a circa 900 euro; mira a coprire una fascia di mercato non raggiungibile dal posizionamento di Paul Picot e a soddisfare la richiesta dei retailer di ampliare l’offerta sotto i mille euro. Questo non significa dimenticarsi il marchio Paul Picot, che ha un forte vissuto e un’identità.


Come hanno gestito il marchio i retailer durante il lockdown?
I negozi hanno lavorato dietro le quinte, con il nostro marchio come con altri; specialmente quelli di provincia, che hanno un rapporto più fedele con la propria clientela, si sono adeguati alla situazione con attività social e digitali, contenendo le perdite.


Come sono i primi mesi del 2021?
Pensavamo un po’ meglio, a fronte di una grande fiducia e di aspettative alte. Il negoziante nell’ultimo anno ha sofferto molto ed è ancora cauto. C’è ancora un po’ d’incertezza che frena gli entusiasmi.

Un orologio Paul Picot


È l’e-commerce il punto da cui ripartire?
È uno dei più grossi dossier che ho sulla scrivania, c’è molta confusione a riguardo. Penso funzioni ciò che unisce lavoro fisico e digitale; per me l’esperienza di acquisto è molto emozionale, perché comprare dal negoziante che condivide la tua stessa passione ha un valore molto più alto di quello che ha un pacchetto che arriva a casa. Vedo bene una ripartenza con il coinvolgimento degli appassionati attraverso i social, usati come strumento per stimolarne il desiderio e la curiosità, portandoli nel punto vendita fisico a completare il processo di acquisto.


Avete il know how per applicare questa strategia?
Paul Picot è un brand sartoriale: se intraprenderemo la strada dell’acquisto digitale sarà sartoriale anch’essa, con clientela selezionata cui proporre nelle boutique gli orologi più rappresentativi. Il mio progetto è quello di un riposizionamento anche distributivo della fascia più alta e di quella storica di Paul Picot, a partire dallo Yachtman, uno degli orologi di maggior successo, proposto quest’anno con cinturino in caucciù. Insieme al Plongeur consolida l’identità del marchio. (riproduzione riservata)

Mff – Numero 093 pag. 6 del 13/05/2021

Articolo di Milano Filanza

https://www.milanofinanza.it/news/con-un-nuovo-brand-paul-picot-accelera-nella-ripresa-post-covid-202105111550368864

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